GESTIONE DELLO STRESS E AUTOREGOLAZIONE EMOZIONALE

I Testi riportati sono elaborati da Studi e Ricerche Neuroscientifiche Evidence Based, in particolare dai lavori di Bessel Van Der Kolk (Professore di Psichiatria alla Boston University School of Medicine e Direttore del Trauma Center di Brookline, uno dei più importanti pionieri nella ricerca e nel trattamento dello Stress Traumatico); J. Dispenza (dottore in Scienze Biologiche e in Chiropratica, tra i più importanti ricercatori moderni nei campi delle neuroscienze e neuroplasticità, epigenetica e coerenza cervello/cuore).

LA VITA MODERNA: VIVERE IN MODALITA’ DI SOPRAVVIVENZA

Nel momento in cui reagiamo a una situazione del mondo esterno che percepiamo come difficoltosa, molto impegnativa o minacciosa – che questo sia reale o immaginato – il sistema nervoso autonomo risponde per fare in modo che l’organismo rilasci ormoni dello stress per mobilitare le giuste quantità di energie e risorse in risposta a quella situazione.

Quando ciò accade il corpo non è più in equilibrio: questo è lo stress.

Si tratta di una risposta fisiologica e sana a patto che poi il nostro organismo attraverso le dinamiche omeostatiche ritorni in equilibrio.

Quando siamo in modalità di sopravvivenza, diventiamo automaticamente materialisti e definiamo la realtà solo con i nostri sensi. Gli ormoni dello stress ci inducono a prestare attenzione solo al mondo esterno, perchè è lì che si annida il  presunto pericolo.

Ovviamente questa reazione sarebbe adattiva e vitale, una volta passato il pericolo i livelli degli ormoni dello stress dovrebbero ritornare normali.

DISTRESS

Ma oggi non è più così. Dopo una sola telefonata o email di un nostro datore di lavoro o di un familiare che può suscitare una forte reazione emotiva come rabbia, frustrazione, paura, ansia, tristezza, senso di colpa o vergogna, attiviamo il nostro sistema nervoso primitivo programmato per la sopravvivenza, che ci induce a reagire come se fossimo in pericolo di vita.

Il problema è che nel nostro stile di vita la minaccia esterna non sembra avere fine, e molti di noi passano la maggior parte del tempo in uno stato di sovrastimolazione cronica.

E’ come se l’accadimento stress correlato non vivesse nella sfera naturale degli accadimenti della vita apparendo di tanto in tanto, ma esistesse praticamente sempre nella nostra sfera quotidiana.

Una risposta di stress cronica non è adattiva, ma maladattiva.

GLI EFFETTI CRONICI DELLO STRESS

Quando viviamo in modalità di sopravvivenza, gli ormoni dello stress (come l’adrenalina o il cortisolo) continuano a fluire nel nostro corpo, siamo consciamente o inconsciamente costantemente in uno stato di allerta, invece di tornare ad un certo punto in uno stato di equilibrio.
La maggior parte delle persone non riescono a far rientrare lo stato cronico di allerta neanche di notte durante il sonno.

In questa condizione lo stress prolungato disattiva anche l’espressione sana dei nostri geni.

Inoltre il corpo è così condizionato da questa scarica di sostanze chimiche da sentirne la mancanza e diventarne dipendente!
Allora, quando il cervello è così sovrastimolato, tu vivi in modalità di sopravvivenza, e devi continuare a spostare l’attenzione dalla creatività del tuo semplice momento alle notizie, al tuo ex, all’eccesso di lavoro, alle email, a Facebook e twitter.

Con il tempo, il cervello si frammenta in comparti e non agisce più in maniera equilibrata, anzi lo abitui ad attivarsi in modo disordinato e incoerente, inducendolo a operare con poca efficienza.

Se il tuo cervello è incoerente, lo diventi anche tu.

Se il tuo cervello non funziona in maniera ottimale, lo stesso accade anche ai tuoi comportamenti.

Quando poni attenzione ed energia esclusivamente nel mondo esterno e continui a reagire alle stesse situazioni nello stesso modo, in uno stato di stress cronico, il tuo mondo interiore non è più nutrito e tu non riesci più a creare niente: in altre parole diventi vittima della tua vita, invece di esserne il creatore.

STRESS E ENERGIA CREATIVA

Siccome l’energia fluisce dove poni la tua attenzione, quando ti svegli al mattino, immediatamente la tua attenzione è richiamata dai problemi quotidiani, allora la tua energia si disperde, tutta diretta verso le cose del mondo esterno che si contendono la tua attenzione.

Quanta energia resta nel tuo mondo di sentimenti e pensieri interiori per costruire una nuova realtà?

Come abbiamo appena detto, nello stress cronico, la tua energia è mescolata e persino legata a ogni situazione, persona, cosa, luogo della tua realtà di routine, di conseguenza quanto più forte è l’emozione da cui sei dipendente nella modalità di sopravvivenza, tanta più attenzione riverserai sulla situazione, persona, luogo, circostanza che generano quella emozione, sprecando gran parte della tua energia creativa.

Diventa allora difficile pensare o sentire in modo nuovo quando sei dipendente dal mondo esterno.

E incredibilmente è possibile che in questo modo tu diventi dipendente dalle situazioni o persone che causano tutti i tuoi problemi.

BIOCHIMICA DELLO STRESS

Cosa succede dal punto di vista biochimico nel tuo corpo quando formuli un pensiero o provi un’emozione?

Quando pensi o ricordi o immagini, nel tuo cervello inizia una reazione biochimica che lo induce a rilasciare determinati segnali elettrochimici. In tal modo, pensieri astratti diventano materia: diventano sostanze chimiche.

Questi segnali elettrochimici fanno sentire il corpo nella maniera in cui stai pensando.

Per esempio, se pensi a qualcosa di spaventoso, cominci a provare paura.

Questa emozione ti induce a formulare altri pensieri spaventosi, che provocano il rilascio di ulteriori sostanze chimiche nel cervello e nel corpo che ti inducono a continuare a provare ancora più paura.

Così ti ritrovi intrappolato in un circolo vizioso in cui il pensiero crea le sensazioni, e le sensazioni creano il medesimo pensiero.

Se i pensieri sono il linguaggio del cervello e le emozioni il linguaggio del corpo, il ciclo di come pensi e ti senti diventa il tuo stato d’essere, e il tuo stato d’essere diventa solo ciò che già conosci nella tua modalità di sopravvivenza.

RIPRENDERSI L’ENERGIA

Quanta energia investi giornalmente nella paura, nell’odio, nella vergogna, nel senso di colpa, nella frustrazione, nella lamentela, nel risentimento, nella rassegnazione?

In realtà potremmo utilizzarla tutta per ricreare un nuovo destino, per noi e intorno a noi.

Per farlo dovrai andare oltre tutto quel controllo che cerchi di esercitare su quelle cose del mondo esterno, distogliendo l’attenzione da esse.

Ecco perchè utilizziamo le Pratiche corporee ed Interiori di Presenza, le Pratiche Meditative e di Autoconsapevolezza, le Pratiche di Biohacking e il Biofeedback come Modello per interagire con il nostro stato d’essere.

Quando superiamo il “corpo emozionale” e distogliamo l’attenzione da tutto ciò che conosciamo nel mondo esterno, riconquistiamo la nostra energia, spezzando i legami con la realtà attuale cristallizata negli schemi del passato ricorrente, che tende ad autoconservarsi.

Non stiamo dicendo che il cellulare, il computer, l’auto, la tecnologia o il conto in banca siano negativi di per sé, ma se sei così attaccato a queste cose da non riuscire a non pensarci quasi costantemente a causa delle emozioni automatiche associate ad esse, sono loro a possedere te e non il contrario. E così non puoi creare nulla di nuovo.

L’unico modo per farlo è intraprendere quegli atteggiamenti interiori e utilizzare quegli strumenti psicofisici  capaci di farci riprendere l’energia che abbiamo disperso, così da superare gradualmente e consapevolmente le emozioni di sopravvivenza che la nostra neurofisiologia autoalimenta.

Appena riusciamo a distogliere l’attenzione prolungatamene da questi elementi esterni, si abbassano le onde cerebrali, cominciamo ad indebolire i legami energetici ed emotivi con quegli elementi e a liberare coraggio, capacità di azione ed energia per creare un nuovo futuro.

Sarà importante sviluppare consapevolezza di dove abbiamo inconsciamente riposto la gran parte della nostra attenzione e altrettanto importante sarà continuare a coltivare energia per spezzare consciamente questi legami.

IL CENTRO DEL LOTO, GESTIONE DELLO STRESS E LA REGOLAZIONE EMOZIONALE

Nella risoluzione dello stress cronico e traumatico, l’obiettivo più importante è quello di ripristinare un giusto equilibrio tra il cervello emotivo e quello razionale, così che ci si possa sentire padroni di come si risponde e di come si conduce la propria vita.

Il neuroscienziato Joseph Le Doux e i suoi colleghi nel 2003 dimostrarono che la sola via conscia di accesso al cervello emotivo è quella dell’autoconsapevolezza, per esempio attraverso l’attivazione della corteccia prefrontale mediale, la parte del cervello che ci permette di osservare cosa succede dentro di noi, consentendoci di sentire ciò che stiamo sentendo.
Il termine tecnico corrispondente è “interocezione”, dal latino “guardare dentro”.

Come abbiamo visto, la gran parte del nostro cervello cosciente è dedita a focalizzarsi sul mondo esterno, a volerlo controllare e a fare piani per il futuro.

Tuttavia, ciò non ci aiuta a gestire noi stessi.

Le evidenze neuroscientifiche dimostrano che il solo modo con cui possiamo modificare come ci sentiamo consiste nel divenire consapevoli della nostra esperienza interiore, imparando a relazionarci amichevolmente con ciò che accade dentro di noi.

LE PRATICHE PSOCOCORPOREE E DI SUPPORTO

Possiamo educare il nostro sistema nervoso autonomo attraverso il modo in cui respiriamo, emettiamo la voce o cantiamo, ci muoviamo, ci autoascoltiamo (principi questi utilizzati fin dalla notte dei tempi nelle culture sapienziali e spirituali).

In una ricerca finanziata dal National Institute of Mental Health, Bessel Van Der Kolk e suoi famosi colleghi neuroscienziati hanno dimostrato che settimane continue di pratiche Yoga riducono in maniera sostanziale i sintomi da stress post-traumatico di pazienti che non rispondono né ai farmaci né ad alcun altro trattamento.

Imparare come respirare lentamente e profondamente, imparare come rimanere in uno stato di relativo rilassamento fisico anche mentre si accede a forti stimoli, imparare come coltivare uno stato mentale di autoconsapevolezza neutra e non giudicante rispetto alle emozioni, sono strumenti di guarigione essenziale.

Inoltre, poiché la regolazione emotiva riveste un ruolo fondamentale sugli effetti dello stress cronico, del trauma e dell’autotrascuratezza, farebbe un’enorme differenza se gli insegnanti, le autorità, i genitori, i professionisti della salute mentale fossero accuratamente istruiti sulle pratiche di autoregolazione e di ascolto profondo.

La psichiatria occidentale dominante e gli approcci psicoanalitici tradizionali hanno rivolto una scarsa attenzione all’autoregolazione emozionale.

Invece, in contrasto al ricorso ai soli farmaci e alle terapie verbali, altre tradizioni di tutto il mondo fanno affidamento a pratiche di mindfullness e meditazione, al lavoro corporeo, al ritmo e all’espressione profonda di sé.

Lo Yoga in India, il Thai Chi e il Qi Gong in Cina, il Tamburo e la Danza in tutta l’Africa, la Meditazione e l’Introspezione profonda in tutto l’Oriente ne costituiscono solo alcuni esempi e strumenti fondamentali.

Queste tecniche d’altro canto implicano tutte delle attivazioni corporee e vitali, il respiro, la meditazione, l’introspezione.

CENTRO DEL LOTO, IL LAVORO MULTIDISCIPLINARE, LAVORO IN TEAM E I MASSAGGI TERAPEUTICI

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“Alla fine di una carriera lunga e variegata, le statistiche, le evidenze e l’esperienza mi hanno dimostrato che per cambiare c’è bisogno di aprirsi alla propria esperienza interna con empatia.

Il primo passo consiste nell’educarsi a permettere delicatamente alla mente di focalizzarsi sulle sensazioni e nel notare come, in contrasto con l’esperienza atemporale dell’ansia e del pensiero rimuginante, le sensazioni fisiche di disagio siano transitorie e rispondano a modifiche posturali anche minime, a cambiamenti del modo di respirare e ai mutamenti della qualità del pensiero.

In ultimo, un infinito numero di ricerche dimostra che disporre di una solida rete di supporto costituisce di per sé la più potente protezione contro lo stress cronico e il disagio.

Quando siamo preoccupati niente ci calma come la voce rassicurante o l’abbraccio deciso di qualcuno di cui ci fidiamo.

Gli adulti spaventati rispondono allo stesso tipo di accudimento dei bambini terrorizzati.

Per guarire, la mente, il corpo e il cervello hanno bisogno di convincersi che ci si possa quietamente lasciare andare.

Ciò accade soltanto quando ci si sente sicuri a un livello viscerale, neurocettivo, e ci si può permettere di connettersi a quel senso di sicurezza e fiducia innati nel profondo del nostro cuore”. Da “Il corpo accusa il colpo” di Bessel Van Der Kolk